
La Knesset ha approvato una legge che vieta all’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente (UNRWA), di operare nel territorio di Gaza, ma, in generale, in tutta la Palestina. Ciò che posso dire è che questo voto sancisce il passaggio dal genocidio umanitario a quello politico. L’obiettivo è di farla finita con il palestinese come essere umano.
Gli israeliani stanno massacrando i palestinesi per trasformarli tutti in rifugiati. La seconda Nakba è già in corso. Oggi vogliono cancellarci dal punto di vista politico e giuridico. L’UNRWA rappresenta il diritto al ritorno, è il riconoscimento da parte delle Nazioni Unite dell’ingiustizia subita dai palestinesi nel 1948, quando vennero massacrati ed espulsi dai loro villaggi d’origine – ad Haifa, a Giaffa, nel nord della Palestina – verso il Libano, la Giordania, la Siria, la Cisgiordania e anche verso Gaza.
L’UNRWA è l’unica Agenzia delle Nazioni Unite appositamente creata per i palestinesi, e solo per loro. Gli israeliani stanno facendo la guerra contro questa istituzione perché sanno molto bene ciò che significa a livello politico. È l’aspetto politico del genocidio. Vogliono cancellare ogni traccia di crimine ed ingiustizia, ridimensionando la questione palestinese solo a una questione umanitaria. Si parla di sostituire l’UNRWA con un altro organismo più malleabile.
L’UNRWA rappresenta il riconoscimento politico del diritto al ritorno. Prima della guerra, l’Agenzia Onu forniva assistenza a 1,7 milioni di persone a Gaza, ai profughi e ai loro discendenti, che costituiscono il 75% della popolazione di Gaza. Oggi, l’Agenzia fornisce assistenza e protezione all’intera popolazione gazawi. Siamo diventati tutti dei rifugiati. L’UNRWA significa istruzione, scuole, servizi sanitari, ospedali, centri per l’impiego. Dà lavoro a circa 13.000 persone a Gaza. L’UNRWA significa anche acqua, cibo, infrastrutture, pulizia, è tutto. Per i palestinesi è la vita, soprattutto per chi ha lo status di rifugiato.
È da tempo che fanno la guerra ai diritti
Gli israeliani non stanno solo compiendo massacri, ma stanno anche distruggendo la storia dei palestinesi di Gaza. Hanno bombardato e raso al suolo musei, siti archeologici e università. Hanno distrutto anche il vecchio hammam, vecchio più di mille anni. Vogliono cancellare ogni traccia storica del legame tra questa terra e i palestinesi. E ora vogliono cancellarne anche l’esistenza politica. L’UNRWA è il simbolo della presenza politica dei palestinesi, la conferma che l’occupante sta saccheggiando tutto, non solo la terra, ma anche il nostro patrimonio, la nostra storia, la nostra cultura, e persino la nostra arte del ricamo e la nostra gastronomia, presentando i falafel o l’hummus come “piatti israeliani”.
Netanyahu e il suo governo di estrema destra sanno molto bene cos’è il diritto, ed è per questo che gli fanno guerra da tempo. Molte volte hanno cercato di chiudere l’UNRWA, ma finora non ci sono riusciti. Questa volta però hanno votato una legge quasi all’unanimità.
Ma non c’è solo questo. Stanno definendo una nuova legge per mettere al bando le rappresentanze diplomatiche a Gerusalemme. È noto che, dal 1948, le delegazioni, chiamate ufficialmente “consolati”, fungono da ambasciate presso i palestinesi, ma anche per i Paesi che non riconoscono ufficialmente lo Stato di Palestina. Se voglio ottenere un visto per la Francia, devo passare per il consolato a Gerusalemme, e non per l’ambasciata a Tel Aviv. Le ambasciate in Israele sono tutte a Tel Aviv, perchè Gerusalemme non è riconosciuta dalla comunità internazionale come capitale dello Stato di Israele. Con la significativa eccezione degli Stati Uniti, visto che Trump ha spostato l’ambasciata americana a Gerusalemme.
Ma gli israeliani hanno iniziato un boicottaggio contro queste delegazioni, ma in generale contro le relazioni diplomatiche con la Palestina. Al consolato spagnolo è stato vietato di fornire qualsiasi servizio ai palestinesi dopo che Madrid ha riconosciuto formalmente lo Stato palestinese. La stessa cosa è accaduta con la Norvegia, e visto che non ha un consolato a Gerusalemme, Israele ha revocato l’accredito a otto diplomatici dell’ambasciata norvegese con sede a Tel Aviv, che avevano intrattenuto rapporti con l’Autorità palestinese. D’ora in avanti, secondo legge approvata il 30 ottobre 2024 dalla Knesset, non sarà più possibile creare un nuovo consolato a Gerusalemme.
“La sensazione di non essere umani”
Si ricorre sempre all’arma della punizione collettiva. L’UNRWA è stata punita per il presunto coinvolgimento di 12 suoi dipendenti nell’attacco del 7 ottobre, accuse peraltro mai provate da Israele. Solo 12 persone su 13.000 dipendenti. Si cerca qualsiasi pretesto per eliminare fino alla parola “diritto” e per attuare il genocidio politico dei palestinesi. Il genocidio umanitario, invece, è già in corso. È sotto gli occhi di tutti, chiunque può vedere i massacri, le “israelerie”, le stragi. Ma nessuno fa nulla. Nessuno osa neppure usare la parola “genocidio”, mentre nell’ex Jugoslavia e in Birmania, le Nazioni Unite avevano riconosciuto i genocidi. Ma non si parla di genocidio per la Palestina perché a compierlo sono gli israeliani. Per quale motivo la comunità internazionale dovrebbe muoversi quando non dice una parola di fronte alle immagini dei bambini decapitati, fatti a pezzi, sepolti sotto le macerie delle loro case colpite da bombe da 2 tonnellate? Quello che sta accadendo oggi a Jabalya, a nord della Striscia di Gaza, è l’equivalente dell’assedio di Masada1 per gli ebrei. L’assedio imposto agli ebrei dall’esercito romano è esattamente quello che gli israeliani stanno facendo nel Nord. Jabalya è la Masada dei palestinesi. Un assedio impenetrabile. Niente più cibo, neppure un bicchiere d’acqua. Niente cure, nessun aiuto. Niente di niente.
Questa non è vita. Ci sono intere famiglie massacrate nel bombardamento delle loro case. Venti, trenta persone. Chi non muore sotto le bombe muore di fame. Non riesco a sopportare una tale oppressione, una tale umiliazione. A sterminarci è una macchina da guerra spietata. E la sensazione è che tutto il mondo ci guardi, ma nessuno faccia niente... La sensazione è quella di non essere umani. Per quale motivo subiamo tutto questo sotto gli occhi di un mondo che pretende di rappresentare la democrazia, la libertà, i diritti umani? Un mondo che si riempie la bocca di parole come diritti umani, diritti delle donne, diritti dei bambini e persino diritti degli animali.
La sensazione è quella di non valere granché, di essere cheap, come dicono gli inglesi. Che meritiamo solo di morire davanti agli occhi del mondo. Eppure, il mondo è diventato molto piccolo. Grazie ai social, dove quello che accade passa 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana, nulla può più essere nascosto. Chiunque può vedere un ragazzino dire addio a suo padre o un padre che porta il figlio senza testa, o in un sacco, perché ha trovato solo dei resti sparsi.
Ecco il motivo per cui credo che gli israeliani riusciranno a compiere questo genocidio politico e umanitario. La messa al bando dell’unica organizzazione internazionale che incarna il diritto al ritorno non è casuale perché significa eliminare il diritto al ritorno. Così non ci sarà più alcun legame tra i palestinesi e il loro territorio, non ci saranno più relazioni tra i palestinesi e la Palestina. Non ci sarà più quella che si chiama Palestina.
1L’assedio di Masada (o Massada, in ebraico Metzada) è stato l’episodio che concluse la prima guerra giudaica, nel 73 d.C. [NdT].