
Sabato 22 febbraio 2024.
Da ieri tutti parlano della famiglia Bibas, una madre israeliana e i suoi due figli, Ariel di quattro anni e Kfir di un anno, rapiti in Israele il 7 ottobre 2023. Giovedì 20 febbraio, Hamas ha consegnato i corpi dei due bambini e, due giorni dopo, quello della loro mamma, Shiri. Un primo corpo, restituito insieme a quelli dei bambini, non era quello della madre.
Condivido il dolore di questa famiglia. Il 7 ottobre, quando ho visto le immagini del rapimento di questa madre israeliana e dei suoi figli, sono rimasto scioccato. Non è nella nostra cultura, non fa parte della nostra lotta, è opera di persone spinte al peggio dall’effetto branco. Sono contro qualsiasi attacco nei confronti di civili, a maggior ragione quando si tratta di donne e bambini. Capisco il dolore di questa famiglia, perché anche noi conosciamo molto bene cos’è la morte violenta di donne e bambini perché la viviamo dal 1948. Dall’inizio della guerra, secondo l’UNICEF sono oltre 14.500 i bambini uccisi. Centinaia di famiglie sono state decimate sotto le macerie delle loro case.
Morti annunciate da oltre un anno
Come sono morti Shiri Bibas e i suoi figli? Secondo l’IDF, sono stati “uccisi a sangue freddo e a mani nude” dai loro sequestratori, senza precisare né quando, né perché. Cerchiamo quindi di esaminare i fatti. Innanzitutto, la famiglia Bibas non era detenuta da Hamas, ma da una piccola fazione, le Brigate Mujaheddin (la Brigata dei Combattenti) creata negli anni 2000 durante la Seconda Intifada, quando hanno compiuto delle azioni contro l’IDF. Quasi tutti i membri della brigata appartengono a due famiglie, gli Abu Sharia e gli Al-Hassayna. Gli israeliani hanno bombardato il quartiere di Sabra, a ovest di Gaza City, dove si trovavano le due famiglie e dove , probabilmente, c’erano anche Shiri Bibas e i suoi due figli. Il primo attacco, compiuto il 23 novembre 2023, ha causato 93 morti, molti dei quali donne e bambini. Il quartiere è stato in gran parte distrutto. Una settimana dopo, le Brigate mujaheddin hanno diffuso un comunicato in cui dichiaravano che Shiri Silverman Bibas, Kfir e Ariel Bibas erano morti durante gli attacchi, accusando l’IDF di “aver deliberatamente preso di mira” il quartiere “per non sobbarcarsi l’accordo per lo scambio”, aggiungendo: “Gli ostaggi sono stati colpiti da missili sionisti, che hanno portato alla morte dei membri della famiglia, come al martirio del gruppo che li deteneva”.
Il 10 ottobre 2024, c’è stato un secondo attacco nello stesso quartiere, con un bilancio di 27 morti. Giovedì scorso, un portavoce delle brigate ha ribadito le accuse, dichiarando che gli israeliani avevano ucciso intenzionalmente la madre e i piccoli Bibas. Quale conclusione dobbiamo trarne? Naturalmente, non sappiamo con certezza come siano morti Shiri Bibas e i suoi figli. Gli israeliani sapevano che la famiglia Bibas era detenuta in questa zona prima di bombardarla? È probabile, considerando la potenza dei loro strumenti di intelligence. La cognata di Shiri Bibas ha accusato Netanyahu di aver “abbandonato gli ostaggi”, un’accusa fatta anche da altre famiglie di prigionieri israeliani. Delle 251 persone rapite il 7 ottobre 2023, 35 sono morte in prigione; la maggior parte di loro sotto le bombe israeliane, assicurano le autorità di Gaza.
C’erano migliaia di bambini come loro a Gaza
So bene quale emozione ha suscitata il destino di questa madre e dei suoi figli. Ho visto i video che girano sul web, in cui si vedono i bambini felici mentre giocano prima di essere rapiti. A Gaza, c’erano migliaia di bambini come loro, che giocavano, amavano la vita e credevano di essere al sicuro con i loro genitori... e che sono stati uccisi intenzionalmente da bombe di quasi una tonnellata lanciate dall’IDF, che hanno raso al suolo interi quartieri. Molti di quei bambini sono ancora sotto le macerie. Voglio ricordare un’altra immagine che ha fatto il giro del mondo nel novembre 2023, quella di un nonno, Khaled Nabhan, che bacia il corpo senza vita della sua nipotina Rim, 3 anni, uccisa in un raid aereo, e che lui chiamava “l’anima della mia anima”. Anche Khaled è stato ucciso un anno dopo, da un proiettile di carro armato.
È solo un esempio. Le immagini dei piccoli Bibas mi spezzano il cuore, come tutte quelle dei bambini palestinesi che un tempo vedevamo giocare con i loro genitori, e che ora vediamo fatti a pezzi, decapitati, amputati o sepolti sotto le macerie. E nessuno fa niente. Non capisco perché anche noi non veniamo considerati degli esseri umani. Vi assicuro che lo siamo, siamo persone come voi. Abbiamo carne, ossa, anima, umanità, respiriamo come voi, mangiamo ciò che mangiate voi. Abbiamo la capacità di ragionare come voi, parliamo anche la lingua che parlate voi. L’ex ministro della Difesa israeliano ci ha definito animali, ma siamo esseri umani, sotto occupazione da decenni, che vogliono solo libertà e dignità. Vogliamo anche che i nostri figli, come tutti i bambini del mondo, abbiano diritto a una buona istruzione, il diritto di andare dove vogliono, il diritto alla salute, in breve il diritto di avere tutto ciò di cui ogni bambino ha bisogno.
_